Comitato Regionale

Emilia-Romagna

In attesa del congresso di Bologna

Alla vigilia del primo appuntamento il 5 dicembre, inizia oggi un nuovo ciclo di interviste dedicato ai nostri attuali presidenti territoriali e al loro percorso in questi quattro anni.

 

di Ginevra Langella

BOLOGNA - Si terrà il 5 dicembre il primo dei dieci congressi territoriali che andranno a ridefinire i nuovi componenti del consiglio direttivo di ciascuna sede Uisp del territorio emiliano-romagnolo. Abbiamo intervistato Gino Santi, l'attuale presidente del comitato territoriale di Bologna.

Gino, come sarà questo cambio guida? Che tipo di congresso si prospetta?
«Il cambio di guida si realizzerà con una piena continuità e tranquillità, perché la cultura di Paola Paltretti è organica a questo comitato da ormai 38 anni. Abbiamo un lungo percorso di collaborazione, nato quando è approdata come istruttrice in una palestra, che poi si è evoluto nel tempo: difatti adesso si occupa di tutto quello che riguarda il benessere e la sanità, del rapporto con le istituzioni, dei centri estivi ed è responsabile di tutta la parte relativa al fitness. Poi c'è un gruppo di lavoro che opera in totale armonia, e questo è importante da dire. Quindi grande serenità e nessuna contrapposizione, con ruoli molto precisi e con una continua attenzione alla verifica dei lavori svolti: abbiamo gente di notevole valore e questo clima è sicuramente anche il risultato del lavoro di questi quattro anni. E poi insomma io non credo di avere molto altro da dire, sono entrato in questa associazione 54 anni fa e quindi ho già dato tutto quello che potevo».

Cosa puoi dirmi invece in merito a tutta la parte organizzativa? Come si svolgerà questo congresso il 5 dicembre?
«Lavoreremo a distanza, quindi tutte le procedure di rito verranno svolte sulla piattaforma di Zoom, che ci consentirà una simulazione teatrale molto vicina al congresso in presenza. In questo modo, per coloro che lo vorranno, sarà possibile partecipare. Un po' come quando si svolgevano le assemblee a porte aperte e ci si poteva sedere e ascoltare. La giornata è stata organizzata in modo che le procedure di rito (la relazione del presidente uscente, la relazione del presidente in entrata, la nomina del consiglio direttivo entrante, l'elezione dei delegati e via dicendo) vengano accompagnate poi da una serie di video-interventi istituzionali, durante i quali personalità come il Sindaco Merola, gli assessori e il presidente nazionale uscente si succederanno. Ovviamente poi per evitare monologhi noiosi abbiamo assegnato per ogni intervento di sala un limite di tempo preciso, che poi suddivideremo in gruppi a seconda del tipo di intervento e del grado di istituzionalità».

Quali saranno invece i temi all'ordine del giorno?
«Nella mia relazione partirò dagli obiettivi che mi sono dato nel 2016, per poi fare un quadro di quello che in questi quattro anni sono riuscito a raggiungere e non raggiungere, ovviamente periodo pandemia escluso. Tra gli obiettivi raggiunti ci saranno riferimenti alla questione della messa in sicurezza e della gestione del bilancio, con la creazione, riuscita, di riserve utili per resistere in situazioni come quella che stiamo vivendo adesso e che altrimenti avremmo affrontato difficilmente. Altri punti su cui mi soffermerò saranno poi la gestione delle piscine comunali e delle palestre che abbiamo in gestione diretta e sull'andamento dei centri estivi. Infine, tra i punti positivi ci sono poi le ulteriori e fondamentali innovazioni dell'ufficio comunicazione e la conseguente riforma informatica. Abbiamo cercato di migliorare ancora tanto e in questo periodo poi si è visto quanto sia stato fondamentale. Come obiettivo non raggiunto purtroppo c'è la qualità della nostra proposta sportiva, rimasta a mio parere concettualmente uguale a quella delle Federazioni, nonostante siano presenti delle eccezioni fortunatamente positive. In questo siamo purtroppo siamo stati sfavoriti ed obbligati dall'attuale normativa, che ci obbliga a sottostare a tutta una serie di limiti dettati dal Coni. È determinate che la nuova legge sullo sport, su cui Uisp a livello nazionale ha lavorato tantissimo, riesca a suddividere quello che è lo sport olimpico da quello che è lo sport di promozione, determinando quindi la competenza della parte olimpica al Coni e lo sport di promozione ad altri che però non dovranno più stare sotto il controllo del Coni. Solo questo ci può permettere di non perdere di vista il nostro focus: siamo un Ente di promozione sportiva e, come tale, necessitiamo di maggiori libertà nella proposta di nuove e aggiornate attività sportive che si sleghino da quelle tradizionali. Ci stiamo perdendo tutto quello che di nuovo sta emergendo nello sport, perché non ce ne possiamo occupare, e questo è un anacronismo. Un altro obiettivo mancato riguarda sicuramente la questione femminile. I dati del tesseramento ci dicono che nelle varie attività la presenza femminile è ancora residuale, con delle eccezioni nel calcio e nella pallavolo, ma nella cultura diffusa delle nostre strutture di attività rimane un fatto marginale e questa deve essere assolutamente ripresa dai prossimi organismi dirigenti. Noi abbiamo il dovere di essere avanti rispetto al comune sentire della gente, non possiamo rimanere indietro, non ce lo possiamo proprio permettere».

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